sabato 19 ottobre 2013

A kind of... Fantasy Magic: Il Grimorio nella storia



Oggi per la rubrica A kind of... Fantasy Magic, Fantasy Selfpublishers presenta:

IL GRIMORIO NELLA STORIA


Quando sentiamo la parola Grimorio, finiamo inevitabilmente col pensare a ingombranti tomi polverosi ingialliti dai secoli, le cui pagine custodiscono potentissime e antichissime formule magiche grazie all’uso delle quali sarebbe possibile ottenere tutto il desiderabile. Immagine poetica, non c’è dubbio, ma incompleta, se non addirittura fuorviante.
In realtà questa visione del Grimorio si è sviluppata in epoca piuttosto recente, prodotta e alimentata dalla psicologia romantico-spiritista della cultura vittoriana. Le testimonianze attraverso il tempo, infatti, ci raccontano una storia diversa.

Tutto ha inizio con le prime civiltà monumentali, e quindi quei popoli antichi che già avevano sviluppato la necessità di lasciare dei monumenti, ossia testimonianze della propria presenza e delle proprie conoscenze ai posteri. È infatti il bisogno di rispondere a questa esigenza a portare alla nascita delle prime forme di scrittura e con esse, inevitabilmente, la nascita del libro.
Inizialmente la scrittura era un’arte ad appannaggio di pochissimi fortunati, in principal modo scribi e sacerdoti, dai quali gli stessi sovrani finivano col dipendere. Questo fattore, associato alla naturale propensione al segreto del genere umano – avere segreti e scoprire segreti – rese una pratica naturale la stesura di testi che contenessero conoscenze destinate alla cerchia ristretta di iniziati degni di ricevere tale conoscenza, in particolar modo quelle legate al misterioso mondo del divino e dell’intangibile, che più di ogni altro ha da sempre scatenato la curiosità e il desiderio esplorativo dell’uomo.
La prima testimonianza della storia riconducibile a quella che è la vera definizione di Grimorio è la serie di papiri egizi conosciuta col più famoso nome di “Libro dei Morti”, rotoli riccamente illustrati della lunghezza anche di quindici metri che venivano deposti accanto al defunto all’interno del sarcofago. In questi rotoli sono raccolti inni funerari, rituali religiosi riguardanti la sepoltura e il culto dei defunti e tutta la mitologia funeraria del pantheon egizio. Si riteneva che la conoscenza di questi testi permettesse all’anima del defunto di affrontare il lungo e pericoloso viaggio nel regno dei morti.
Come gli egizi, tutte le culture antiche hanno posseduto i loro testi di magia, che altro non erano se non testi in cui venivano annotati rituali, formule propiziatorie, miti, leggende e profezie. Ma non solo papiri e rotoli erano Grimori, spesso questa conoscenza era scolpita nella pietra o dipinta alle pareti sottoforma di informazione grafica secondo schemi criptici decodificabili solo dagli iniziati.

Con l’avvento del Cristianesimo, man mano che avanzava la conversione, il ritualismo magico andò scemando, venne in parte assorbito dalla religione cristiana trasformandosi in pratica liturgica e quindi dominio esclusivo del clero. Nello stesso frangente, pestilenze e guerre portarono a una decadenza di tutta la cultura occidentale dell’epoca, gettando l’intera Europa in quello che oggi è conosciuto come Medioevo.
È in questo periodo che il concetto di eresia si radica profondamente nella cultura europea e, in concomitanza a un analfabetismo diffuso quanto la gramigna, riduce a pura utopia la possibilità di tramandare in forma scritta rituali, filastrocche scaramantiche o quant’altro esuli dalla religione canonica. Eppure, anche in questo periodo i Grimori non scompaiono, piuttosto evolvono, trasformandosi in manuali alchemici.
L’alchimia è quella disciplina che, mescendo sacro e profano, superstizione e osservazione empirica, reverenza e desiderio di sperimentare, è stata all’origine di scienze quali astronomia, chimica, fisica, metallurgia, fino a sfociare nelle scienze mediche.
Purtroppo l’osservazione empirica era spesso, e troppe volte, deviata dalle profonde superstizioni dell’epoca, per cui molti volumi sono stati considerati puri testi di blasfemia e sono stati distrutti. Testimonianze dell’epoca ne sono rimaste davvero poche, dunque, il più delle volte infatti la memoria di taluni volumi ci giunge sottoforma di leggenda e in quanto tale distorta e deviata dalla sua origine a opera delle superstizioni e dicerie che ne hanno arricchito o svilito il contenuto reale attraverso le chiacchiere.
Anche in quei testi che sono pervenuti fino a noi sono presenti profonde alterazioni, spesso veri e propri stravolgimenti, in quanto i testi originali – rarissimi, talvolta custoditi in collezioni private o non consultabili a causa della profonda usura del volume stesso – erano stati redatti in latino e sono stati spesso vittime di traduzioni mal realizzate o arbitrarie, riducendo il più delle volte i contenuti a meri atti di violenza su animali o persone al fine di evocare questo o quel presunto demone.

Come tutti i periodi oscuri, però, anche il  Medioevo ebbe fine e con il Rinascimento si ebbe un rifiorire di tutte le arti, incluse quelle magiche.
La medicina e l’erboristica, che fino ad allora erano stati argomenti ampiamente trattati nei Grimori come opere di vera e propria ritualità religiosa, divennero scienze ad appannaggio delle università e quindi possesso esclusivo di studiosi maschi che, spogliandole entrambe dell’aura sacrale di cui erano sempre state investite e grazie anche al supporto di menti geniali come quella di Leonardo da Vinci, diedero un profondo sprint a quella che a quei tempi era chiamata medicina galenica (da Galeno, primo medico cristiano) e che divenne medicina tradizionale e si è andata evolvendo nei secoli fino a diventare la medicina classica attuale.
Spogliato della componente medica, dei rituali sulla vita dopo la morte e dell’esplorazione del divino ormai dominio della Chiesa, il Grimorio assunse una forma nuova, sempre sacra, ma fortemente più esoterica. Rituali, formule magiche e propiziatorie, filtri e incantesimi furono dunque i soli argomenti trattati nel Grimorio, accompagnati da elenchi di nomi di angeli e demoni, stralci di testi religiosi e leggende di santi mai realmente esistiti. Elementi come la chimica, l’erboristica e l’astronomia rimasero solo sottoforma di informazioni esoteriche, molto spesso copiate dalle erronee traduzioni di Grimori più antichi, perpetrando colossali errori di procedimento e tutta quella branca di superstizioni oscurantiste basate sulla paura e la prevaricazione sulla natura.
L’avvento del secolo dei lumi fece quasi del tutto scomparire il concetto di Grimorio. La luce della ragione riteneva a dir poco disprezzabile l’idea di affidarsi a qualcosa di così labile, fantasioso e non dimostrabile scientificamente come la magia.

Furono i vittoriani, con quella loro natura intimamente romantica e il gusto per le cose retrò, a riportare alla luce il Grimorio, così come fu merito loro l’invenzione dell’archeologia.
Esattamente come per la seconda, anche il primo fu però fortemente condizionato dalla cultura profondamente rigida e contraddittoria dell’epoca vittoriana.
Fu così che, se da una parte la società era incuriosita da questi testi antichi, dall’altra se ne sentiva minacciata in quanto l’esoterismo esulava dalla religione cristiana e veniva anzi aborrito dalla stessa.
Il Grimorio divenne dunque vittima di ulteriori stravolgimenti e fu considerato un manuale di magia nera.
Possiamo ben immaginare la delusione di questi libri ad essere declassati da testi sacri a meri manuali per compiere azioni blasfeme e nefandezze vere o immaginarie.

Riscatto al Grimorio, in tempi recenti, è stato dato dai movimenti neopagani, in particolar modo dalla Wicca – fondata negli anni ’50 del secolo scorso da Gerald Gardner, esperto di esoterismo, che costruì una corrente religiosa basata sul rapporto sacro con la natura, rifacendosi a un concetto primitivo della religiosità, con una divinità immanente che racchiuda in sé i principi maschili e femminili in egual potenza e misura.
Questo movimento misterico-spirituale ha adottato il concetto del Grimorio originario, ossia testo intriso di religiosità, affinando però il concetto di segretezza in quanto ogni cultista possiede un proprio Grimorio personale, che è una sorta di diario in cui annota gli sviluppi del proprio percorso spirituale. In quanto diario personale il Grimorio viene considerato segreto e non consultabile da terzi, salvo espresso permesso del proprietario.
Le congreghe Wicca possiedono anche un Grimorio di Congrega. Strutturato secondo quello del singolo, è consultabile esclusivamente dai membri iniziati e fidati della congrega – spesso solo da membri scelti dall’Alta Sacerdotessa – e include rituali, poesie ed inni al divino, incantesimi, ricette e tutto quanto è stato operato in congrega, quindi tutti elementi realizzabili in gruppo.

Il Grimorio moderno ha una particolarità peculiare che lo differenzia da tutti i Grimori dei secoli scorsi: esso è diviso idealmente in due parti, oppure costituito da due tomi differenti.
Una parte viene chiamata Libro delle Ombre. In essa sono riportati incantesimi, filtri, pozioni, rituali, ricette, canti. Tutto quanto può essere realizzato praticamente, quindi in questa sezione è raccolta tutta la parte manualistica.
L’altra viene chiamata Libro della Luce. In essa si annotano le corrispondenze astrologiche, le informazioni erboristiche (esoteriche e medicamentose), gli inni al divino, il significato dei simboli magici e delle lame dei tarocchi, le peculiarità del piccolo popolo, e le diverse esperienze spirituali e meditative che si vivono di volta in volta lungo il percorso spirituale. In pratica tutto quanto può essere definito teorico o non ripetibile volontariamente, per cui questa sezione rappresenta anche la parte più spirituale del volume.
Spesso il Grimorio moderno conta anche un terzo elemento: il diario onirico, che include la cronaca dei sogni, comuni o lucidi.
Questo è dunque il racconto, semplificato, del Grimorio nella storia. E se questa cronaca ha distrutto le vostre fantasie romantiche su vecchi tomi polverosi pieni di incantesimi che attendono di essere ritrovati tra le cianfrusaglie della soffitta della nonna, guardate il lato positivo: se avete un pizzico di fantasia e un po’ di voglia di scoprire l’occulto, potete scrivere con le vostre mani il vostro Grimorio, e quello sarà il testo più sacro e magico di tutti, perché racconterà di voi.

A cura di Claudia Mauro

Sito dell’autrice: http://claudiamauro.iobloggo.com/



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