lunedì 20 maggio 2013

L'Occhio del Timbro - Viviana R.

Legendary Fantasy Contest!




L’occhio del Timbro

Come ogni mattina quel giorno,mi alzai presto,feci colazione,salutai Bea e la mia carissima madre e uscii di casa. Quello però era un giorno particolare,ero come emozionata,sebbene fosse un giorno come un altro,e allora mentre mi avviavo verso la scuola camminavo nervosamente,ma ancora non riuscivo a capire perché,mi capitava spesso di avere quelle sensazioni e in genere venivano confermate da quello che succedeva nel bel mezzo della giornata,così continuavo a camminare provando ad immaginarmi cosa potesse succedere. Passate quelle 5 ore di scuola non successe assolutamente nulla,strano:”in genere succede sempre qualcosa lì”,allora dopo aver salutato Marianna,Carmen e le altre mi avviai verso casa,dalla delusione camminavo a testa bassa ma in fondo in fondo pensavo che doveva succedere qualcosa,lo sentivo!E così fu:Tutto d’un tratto dopo aver attraversato la strada,quando vado per alzare la testa,tutto mi si presenta nero,i negozi e i cartelli pubblicitari di Catania non c’erano più,la strada non c’era più,non capivo cosa stava succedendo,tutto era nero mi sentivo come Alice nel paese delle meraviglie;il fatto è che ancora quel “paese” si doveva formare evidentemente(per essere tutto nero). Nonostante avessi paura in quel momento iniziai a camminare alla cieca anche se a volte mi fermavo,quello che ho potuto notare poco dopo è che il mio zainetto era sparito,”Ma..Era sulle mie spalle fino a qualche minuto fa …”,la mia paura cresceva,e non riuscivo a dominarla,così provai ad urlare chiedendo se ci fosse qualcuno ma non ebbi risposta sentii solo la mia voce echeggiare nel buio più totale,vedevo solo me stessa tutto il resto era immerso nell’ombra. Per fortuna io ho la buona abitudine di portarmi l’orologio sempre appresso e così guardandolo:
“Okay..Da questo momento in poi controllerò il tempo che passerò qui dentro.”
Ma ormai non ne avevo più bisogno. Pochissimi secondi dopo mi ritrovai in una foresta,anch’ella oscura,tutto quello che mi si presentò davanti mi spaventava sempre di più,ero ancora più terrorizzata di prima e sta volta non volli urlare,ero immobilizzata,essendomi rimasto in quel momento un altro po’ di coraggio ripresi a camminare,dopo sentii l’ululato di un lupo,volevo urlare in quel momento ma non per chiedere aiuto semplicemente per la paura,ma mi sarei sentita una stupida se lo avessi fatto in entrambi i casi,però subito dopo quell’ululato vidi sopra di me un corvo che volava,quando si posò sul ramo di un albero realizzai che aveva gli occhi rossi come il fuoco,tutto sommato a me i corvi piacevano,perché doveva mettermi paura?Ero rimasta come imbambolata a fissarlo mentre lui continuava a scrutarmi,qualcosa però mi diceva che non dovevo guardarlo così smisi pochi secondi dopo e scossi la testa non capendo perché lo stavo guardando,ora avevo solo un problema:se camminavo avrei potuto incontrare i lupi o ancora peggio un'altra creatura pronta a rendermi la sua cena,ma non avevo altra scelta e allora con molta fatica iniziai a camminare. Per fortuna quella foresta non era tutta fango e foglie,infatti incontrai un terreno duro poco dopo,(provo a rendere l’idea:era tipo l’asfalto delle strade)tutto procedeva “quasi” bene per il momento il fatto è che volevo trovare una casa o un castello in modo che io potessi chiedere aiuto o alloggio o meglio:chiedere dove diavolo mi trovassi,tutto cambiò quando d’un tratto mi fermai avendo capito che qualcosa mi stava osservando,i miei dubbi sfortunatamente furono confermati,guardando alla mia destra non c’era nessuno,guardando alla mia sinistra.. Vidi qualcosa che luccicava in fondo ad un mucchio di alberi e cespugli,ero atterrita,mi fu chiaro quando per puro caso i raggi della luna illuminarono quell’essere,anche lui come quel corvo aveva gli occhi rossi,l’unica differenza è che era un licantropo,non rimasi più di un secondo ad osservarlo che subito scappai in fretta e furia,mentre quella cosa mi andava dietro,io intanto vedevo tutta la mia vita che mi scorreva davanti agli occhi e ho subito pensato che quella sarebbe stata la mia ultima notte di vita. Mi fermai quando capii che quel lupo non mi stava più alle calcagna. Non ebbi nemmeno il tempo per riprendere fiato che immediatamente sentii la terra che mi tremava sotto i piedi:
“Che altro c’è sta volta!?” - dissi fra me e me togliendomi da quella specie di strada e nascondendomi dietro ad un albero,mentre ero intenta a guardare vidi una sfilza di cavalieri “bianchi”(“Finalmente qualcosa che non è nero!” pensai ironicamente),potevano essere una ventina almeno,mentre li seguivo con lo sguardo,mi accorsi che non stavano andando lontano,anzi,grazie a loro mi resi conto che se avessi camminato ancora un altro po’ sarei andata in contro ad un castello,meraviglioso a vedersi:
Non era uno di quei tipici castelli oscuri di cui si parla nelle favole per bambini piccoli,era ricoperto di rose gialle e rosse,aveva arrampicanti ovunque,con un giardino pieno di fiori attorno ed era recintato con una ringhiera di ferro nera
Alla sua vista mi rassicurai un po’ così gli andai in contro. Quando provai ad entrarci mi accorsi che era protetto da una specie di barriera di protezione a forma di cupola,ero ferma davanti a quel coso enorme,ma dato che non potevo fare altro provai ad entrare(ad occhi chiusi),dopo qualche passo … Eccomi che entro!Aperti gli occhi mi guardai dietro verificando di essere entrata sul serio e che quella non fosse stata un allucinazione. Proseguii attraversando quel giardino meraviglioso pieno di rose di tutti i generi con i colori più stravaganti. Arrivata all’entrata qualcuno mi urlò:
“Ferma!” – mi girai di scatto spaventata verso chi mi avesse detto di fermarmi,era un ragazzo alto,magro,bruno,con gli occhi verdi vestito come una guardia medievale:
“Non sei di questo mondo,non puoi entrare senza una motivazione valida per farlo.” – così gli spiegai che non sapevo come fossi finita lì,e che dovevo trovarmi lì per caso(anche se ho sempre pensato che “il caso non esiste”),il ragazzo non mi credeva,mentre tentavo di convincerlo la nostra discussione fu interrotta da un pezzettino di carta trasportato dal vento che lui prese al volo,così smise di parlare,dopo aver visto cosa c’era scritto mi chiese:
“Qual è il tuo nome?”
“Elena.”
“Ah no,non sei qui per caso,ti stavamo aspettando.” – rimasi a bocca aperta in silenzio,quel mondo mi sembrava più strano ogni minuto che passava. Il ragazzo non mi diede spiegazioni mi disse solo che dovevo seguirlo,e così feci,portandomi dentro il castello. Dopo essere entrata mi piacque molto anche l’interno di quella reggia,che era misteriosa e bella nello stesso tempo,salimmo parecchie scale prima di arrivare “dal chiromante ottocentesco”,o almeno così diceva lui,ero stanchissima,gli chiesi se potevo fermarmi un attimo ma lui mi disse che non c’era tempo per le soste e che tutto doveva procedere secondo il piano,nei muri c’erano parecchie scritte e molti disegni e mosaici di draghi che sputavano fuoco e cavalieri in groppa ai loro cavalli. Dopo essere arrivati,il ragazzo bussò in una delle tante porte che c’erano al piano dove eravamo,così entrammo,la stanza era strana perché fuori dal castello non c’era sole(o almeno non era ancora spuntato)eppure dalle finestre ne entravano i raggi. Da dietro un separatorio di stoffa la voce di un uomo sulla cinquantina d’anni disse:
“Sei in ritardo George.”
“Chiedo perdono maestro,ma la ragazza sarebbe arrivata adesso.”
“E’ arrivata?Molto bene.” – alla fine quell’uomo si fece vedere con delle carte in mano che poi posò subito su un tavolo di legno,ma lui non era vestito medievale,aveva dei vestiti ottocenteschi,dopo l’uomo venne verso di noi,e guardandomi mi chiese:
“Sei tu Elena B********o?”
“Sì e vorrei capire dove mi trovo dato che è da almeno 1 ora che mi trovo qui.”
“E’ giusto,ora verrai portata al cospetto del Timbro.”
“Di chi?” – (“Che razza di nome è?” pensai)si girò guardandomi stupito,e poi chiese a George perché non mi aveva detto niente. Dopo aver discusso un po’ uscimmo tutti e tre dalla stanza. I due individui mi fecero entrare in una camera dove questo “Timbro” doveva ricevermi per decidere del mio destino,dato che lui mi aveva portata in quel mondo. Dopo che attraversammo il corridoio tutto fino in fondo,George aprì l’ultima porta dicendo:
“Devi entrare,lui dovrà decidere per te.”
“Non riesco a capire.”
“Non c’è bisogno di capire,lui ti ha fatta venire qui,non devi preoccuparti,non ti ucciderà. Comunque noi non possiamo entrare.” – allora senza discutere entrai in quello stanzone,quando i due chiusero la porta io ero spaventata a morte,ma poi mi girai per guardare lo spazio che mi circondava:la stanza era tutta in cemento tipica del medioevo ma davanti a me c’era un enorme specchio che prendeva tutta la parte del muro,guardandoci dentro poco dopo vidi un occhio enorme,spaventata caddi atterra,ma poi mi rialzai,quell’occhio era come gli altri che avevo visto,dentro bruciava di un fuoco intenso l’unica differenza è che quello non era un occhio di un animale qualsiasi,era l’occhio di un falco,l’ho riconosciuto per la sua rotondità. Una voce mi rispose:
“Non devi aver paura io ti ho mandata qui.”
“Perché?”
“Perché devo salvarti.” – l’occhio scomparve,ma subito dopo il pavimento mi tremava sotto i piedi,il tetto del castello si aprì,e io feci attenzione a non farmi colpire dai massi che cadevano,quando il tetto si sgretolò completamente un animale dalle grandezze di un drago,con le ali e la testa di un corvo,con il corpo di un licantropo e con gli occhi di un falco(come ho detto prima) mi saltò addosso avvolto da una palla di fuoco. Poi tutto nero. Ora mi sentivo distesa sul pavimento.. Aspetta,troppo morbido,siamo sicuri che era il pavimento?O un letto? Sì,ero sul letto dell’Ospedale Vittorio di Catania,aprendo gli occhi vedo mia madre che piange,e una dottoressa che dopo avermi vista dice:
“Signora,smetta di piangere!Sua figlia si è svegliata!!” – mia madre neanche ci credeva e con le lacrime agli occhi mi abbracciò forte. Mi disse che mentre attraversavo la strada per tornare a casa una macchina mi aveva investita,solo in quel momento capii. Il bello è che quando mi sono rimessa era il giorno del mio compleanno,le mie amiche essendo fissate con i regali,senza dirmi niente,vennero a trovarmi di pomeriggio verso le quattro,mi riempirono di regali,ma la mia migliore amica,Carmen,in particolare mi regalò un libro che(conoscendo i miei gusti)mi disse che mi sarebbe piaciuto,ringraziandola presi in mano il libro ma quando lessi il titolo rimasi immobile:
“Elena,che c’è?Hai visto un fantasma?O non ti piace il libro.” – chiese lei. Il titolo del libro non lo avevo mai sentito prima ma era qualcosa di familiare;si intitolava:”L’occhio del Timbro”.
Viviana R.

1 commento:

  1. Simone Lari: Racconto corredato di copertina (che una volta mi è finita come miniatura di un link al blog), abbastanza interessante. Alcune parti rese in maniera migliore di altre, comunque piacevole.

    Maddalena Cioce: Questo racconto è indubbiamente originale e interessante, tra l’altro è l’unico ad avere una copertina, ma presenta numerose imprecisioni stilistiche, grammaticali e lessicali. Anche la storia avrebbe potuto essere approfondita maggiormente e risultare ancora più valida.

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